Quando gossip, social e una mamma influencer gettano ombra sul marketing sportivo
“Visto che la mia vita è sul campo e non sui social, ho deciso di lasciar perdere questo lato superficiale che capisco non mi possa appartenere. Tutto questo sta minando la mia serenità, il mio recupero e la mia passione. Scollego il mio account, vi abbraccio“. Sarà questo l’ultimo atto della telenovela che ha intrattenuto più gli amanti del gossip che gli appassionati di calcio nell’ultimo periodo?
Con questa dichiarazione, pubblicata sul profilo della solerte mamma Francesca, Nicolò Zaniolo intende tirarsi fuori dal polverone mediatico in cui lui stesso si era infilato. Un’infinita sequela di batti e ribatti, a colpi di post. Un’escalation di conversazioni (che avrebbero potuto restare private) in cui sono entrati: la soubrette Madalina Ghenea, i suoi avvocati, la ex Sara (che darà al calciatore giallorosso un figlio) e, come abbiamo visto, Francesca Costa. La mamma che sulla scia della popolarità del figlio Nicolò ha quasi raggiunto i 400.000 followers su Instagram.
Social media e sport marketing: avversari o alleati?
Da appassionato di calcio, mi domando se sia stato il lato superficiale dei social a minare la serenità del talento giallorosso, oppure non sia tutto il contesto che si è creato dopo il doppio grave infortunio al ginocchio che lo ha colpito. I social sono uno straordinario mezzo di disintermediazione che mette direttamente in contatto lo sportivo coi suoi fan, ed è per questo che non sono rari i casi in cui il singolo giocatore è più seguito del suo club di appartenenza. Sono uno straordinario mezzo, appunto, che spesso contribuisce più al chiacchiericcio che alla promozione di un marchio sportivo.
Coi social si può buttare tutto in cronaca rosa come nel caso di Nicolò e mamma’. Ma si possono utilizzare, anche in modo opposto, come accaduto a un altro giocatore della Roma, Edin Dzeko protagonista col piccolo David di una storia davvero commovente. Un’operazione che ha gettato luce sul brand AS Roma e sull’attaccante. Stessi mezzi, risultati completamente opposti.
“I social di per sé non sono né buoni né cattivi. Sono mezzi di comunicazione.
Mezzi che buona parte degli utenti, spesso i più seguiti, dimostra continuamente di non saper usare.”
C’è da chiedersi se la AS Roma che in questi anni ha allestito una media company all’avanguardia, per tutelare e valorizzare il suo marchio, non riesca a silenziare, oltre al suo giovane centrocampista, anche la mamma che ora rischia di divenire il suo ufficio stampa personale?
Di certo, mister Fonseca e mister Mancini ne sarebbero lieti.