La peggior idea di marketing sportivo di sempre
Florentino Perez e Andrea Agnelli, rispettivamente presidente e vice della neonata Superlega, non si sarebbero mai attesi una levata di scudi così unanime dinanzi al loro progetto. Domenica sera a mezzanotte, orario del comunicato ufficiale (timing tanto caro a Conte e Casalino), immagino saranno saltati diversi tappi di champagne di fronte alla prospettiva di dare un netto colpo di spugna alla montagna di debiti che i componenti la ‘dirty dozen’ (cit. Ceferin) erano riusciti ad accumulare negli ultimi anni.
La manna dal cielo di JP Morgan per la Superlega
I 3,5 miliardi di euro dei ‘ristori’ a fondo perduto garantiti da JP Morgan per i club aderenti alla Superlga sono una vera e propria manna dal cielo capace di annacquare i 6 miliardi di debiti (4 verso le banche). Nel dettaglio Tottenham 700 milioni, Barcellona 488, Juventus 385, Inter 300, Milan 244. Un contributo per aggiustare i bilanci ma niente a che vedere con i ricavi prospettati nel proseguo del cammino stimati sui 10 miliardi annui da spartire tra i club fondatori e quelli via via ‘ospitati’ nel campionato in base ai residui meriti sportivi concessi ai club figli di un Dio minore.
L’ennesima lezione del calcio inglese
L’unanime condanna al colpo di mano (anche da parte dei più importanti governi europei) ha iniziato a palesare crepe sempre più profonde nella compagine dei soci fondatori della Superlega tanto che il primo a sfilarsi è stato il Manchester city che ha annunciato la volontà di uscire attraverso uno stringato comunicato stampa. Ma è tutto il fronte inglese a vacillare con una reazione forte da parte degli stessi protagonisti, da Guardiona a Klopp, per finire a tutti i capitani dei club della Premier che si sono riuniti d’urgenza partorendo un comunicato ufficiale di dissenso. Il pullman del Chelsea è stato bloccato dai tifosi del Blues e tanti altri supporters si sono riversati in piazza tanto che appare probabile che sarà il Chelsea per primo a seguire il City con l’Arsenal a ruota. I tabloid inglesi preannunciano già una fuoriuscita imminente di tutto il blocco delle inglesi che di fatto manderebbe in archivio il golpe.
Il resto dell’Europa a ranghi sparsi sulla Superlega
Anche il fronte spagnolo traballa con il Barcellona che rimetterà la decisione ai soci del club blaugrana, mentre le due di Madrid appaiono ferme nella volontà di andare avanti. Le tre tessere del puzzle mancanti invece si sono affrettati a sfilarsi dal quadro e mi riferisco alle due tedesche, Bayern di Monaco e Borussia Dortmund e i francesi del Paris Saint Germain, evidentemente più oculati nel temporeggiare e magari meno soffocati dai debiti.
E l’Italia?
Non confondiamo i sintomi con la malattia
Facciamo attenzione però: questo progetto strampalato della Superlega è figlio di un malessere che sta vivendo il mondo del calcio, un malessere profondo che è precedente alla pandemia da Coronavirus. La pretesa di vivere al di sopra delle proprie possibilità, stipendi monstre attribuiti a giocatori, allenatori e dirigenti e a tutti quei personaggi che non si sono mai fatti scrupolo di drenare le risorse ingenti messe insieme da un ambiente dorato in superficie ma in realtà in profondo rosso. E mi fa specie l’unanime richiamo al rispetto dei tifosi da parte di media e addetti ai lavori.
“Sono i tifosi a pagare il conto di questo circo sottoscrivendo abbonamenti alle varie piattaforme tv, acquistando quotidiani e riviste, articoli di merchandising e, un tempo, anche i ticket per entrare allo stadio.”
La vacca grassa dei diritti tv ha deformato questo sport a partire dai calendari delle partite piazzate in giorni ed orari assurdi (domenica alle 12, lunedì alle 21), spingendo progressivamente gli appassionati a disertare gli spalti; molto più comodo il divano di casa con i pop corn in una mano e uno, due o tre telecomandi nell’altri! Reclamare rispetto verso i tifosi per scongiurare la rivolta dei top club europei ora mi pare una barzelletta… Il crollo delle presenze negli stadi è stato auspicato, provocato, indotto per fare in modo di rimpinguare il numero di abbonati a Sky, Dazn, Eurosport player e così via. Il Covid ha accelerato il processo di desertificazione degli stadi e improvvisamente ci si è accorti che senza pubblico lo spettacolo perde di appeal ed anche le performances dei protagonisti perdono di vigore ed intensità e il crollo di abbonati Sky ne è la logica conseguenza (perso un milioni di abbonamenti). Quindi il ticketing, voce marginale nei bilanci dei club (15%), è tornato improvvisamente una priorità e magari si penserà di ricorrere a figuranti come avviene negli studi tv? Con tanti animatori mischiati tra la folla impiegati per dare indicazioni su quando applaudire o quando fischiare. Fiction dentro e fuori dal campo di gioco.
Superlega? Un flop annunciato
Andrea Agnelli è preoccupato per l’indifferenza che il calcio riscontra tra i più giovani, fossi in lui lo farei anch’io! Ma non è trasformando le classiche divise bianconere in capi di abbigliamento piu idonei per skaters a risolvere questo problema… forse il fenomeno andrebbe indagato più in profondità, no?
Diletta Leotta è una bella donna ed una brava professionista, ma quanto erano più affascinanti i vari Sandro Ciotti, Enrico Ameri, Paolo Valenti e Nando Martellini. Spesso quando si cerca il progresso a tutti i costi, si finisce per provocare il processo inverso e ora se ne rendono tutti conto. Per fortuna.