Il marketing sportivo dalla teoria alla pratica.
Il marketing sportivo, nel calcio e nelle altre discipline, è una tecnica del marketing che consiste nel pubblicizzare una marca, un prodotto o un evento utilizzando come media principale lo sport. Le società sportive sono ormai diventate dei Brand veri e propri e come tali devono attuare strategie per attirare clienti e fidelizzarli. Il cliente delle società calcistiche è il tifoso, storicamente considerato il valore più importante, storicamente.. ma è ancora così??
Questo è un argomento che mi appassiona e sul quale scrivo articoli da oltre un anno. L’ultima volta è stata affermare il mio personale “Ripresa del campionato di Serie A: no,grazie“. Per questo motivo ho voluto spulciare il regolamento esplicitato in 35 pagine dal governo del massimo campionato tedesco, la Bundesliga, che questo week end riprende ufficialmente dopo il lungo stop durato due mesi.
Il caso tedesco e la ripresa della Bundesliga.
Ammetto che, dopo aver letto ogni singola pagina del documento della Lega calcio tedesca, ho iniziato a nutrire forti dubbi sull’enunciato con cui ho aperto questo documento e mi è preso un forte malessere fino quasi a sentirmi mancare, la classica sensazione di soffocamento che nell’afa estiva proveranno quelle povere ‘riserve’ costrette a seguire la partita dalla panchina con la mascherina ben aderente al viso!
Una selva di regole a dir poco contraddittorie che si propongono di tutelare per quel che è possibile il distanziamento tra i protagonisti dimenticando forse che il calcio è, insieme al rugby, lo sport fisico per eccellenza dove l’agonismo è un aspetto determinante. In campo non saranno ammessi abbracci e contatto fisico, sarà consentito sfiorarsi solo con gomiti o piedi. Basterebbe questa singola riga per vedere trasformato il calcio giocato in un qualcosa di molto più simile al Subbuteo. Mi aspetto di vedere i 22 protagonisti incastrati in norme cervellotiche, ipocrite e poco attuabili che non tengono affatto conto della realtà. Come si può pensare di riscrivere le regole base del più classico sport di contatto cercando di eliminare o minimizzare il contatto stesso??
“Scorrere le norme è un delirio crescente.”
L’ingresso sul rettangolo di gioco delle squadre sarà separato così come quello della terna arbitrale. Severamente vietate le strette di mano tra capitani e ufficiali di gara al lancio della monetina. Ai lati del campo solo quattro raccattapalle con mascherina e guanti (come faranno a coprire tutto il perimetro non si capisce). In panchina si dovranno mantenere 2 posti di distanza dal compagno più vicino, per questo sono stati previsti dei posti aggiuntivi con divisori in plexiglas. La domanda sorge spontanea: quando entreranno in campo non sarà più così importante tenere la medesima distanza da compagni e avversari? Tutti i componenti della panchina dovranno indossare la
Vietate le esultanze di gruppo dopo un gol e la gioia dovrà essere manifestata con un certo aplomb per evitare di spargere nell’aria piccole goccioline di saliva. Niente ‘cinque’ o stretta di mano tra compagni di squadra durante le fasi della sostituzione né l’utilizzo di bottigliette in comune per dissetarsi. In quest’ottica, per evitare il contatto con la saliva, sarà severamente vietato sputare, nonostante questo non sia sempre un gesto di maleducazione ma spesso imposto dalla sollecitazione cui viene sottoposto il sistema respiratorio in fase di sforzo fisico reiterato. Proibite anche le proteste, specie se ravvicinate, facoltativo il Var… e questo siamo certi renderà assai felice Rosario lo Bello, uno degli arbitri più autoritari della storia del calcio mondiale. E cosa è previsto per il pallone? Sanificazione con Amuchina dopo ogni rimessa laterale? E per i portieri disinfezione dei guantoni dopo ogni parata?
Sugli spalti via qualsiasi cartellone pubblicitario ma consentite le sagome di cartone degli abbonati, e questa la definirei la più classica delle chiusure del cerchio, un processo avviato negli anni ‘50, un progetto che le governance delle Pay tv finalmente potranno considerare ultimato: la definitiva trasformazione del calcio da sport da stadio a sport da poltrona!
I tifosi non ci stanno.
La levata di scudi pressoché generale del mondo del tifo organizzato è evidentemente considerato un dettaglio trascurabile dai i club, in fondo ci saranno le sagome di cartone a rendere più ‘decoroso’ il contorno, sarà consentita addirittura la musica all’ingresso delle squadre in campo e dopo ogni goal!
È di questi giorni il lungo comunicato sottoscritto da 350 tifoserie di tutta Europa (supporters italiani, tedeschi, spagnoli, francesi ecc..) totalmente schierate contro la ripartenza dei vari campionati di calcio nazionali. Nel comunicato si legge: “L’Europa è nella morsa del Coronavirus e i governi hanno dichiarato il lockdown totale tutelando così la cosa più preziosa che abbiamo: la salute pubblica, primo obiettivo per tutti. Per questo riteniamo più che ragionevole pensare ad uno stop assoluto del calcio europeo. Chi gestisce quest’ultimo, invece, ha fin da subito espresso un solo ed unico obiettivo: ripartire. Siamo fermamente convinti che a scendere in campo sarebbero solo ed esclusivamente gli interessi economici e questo viene confermato dal fatto che il campionato dovrebbe ripartire a porte chiuse, senza il cuore pulsante di questo sport popolare: i tifosi. Ci è piùche lecito pensare che, ancora una volta, la supremazia del denaro vada a calpestare così il valore della vita umana.Pertanto, chiediamo fermamente agli organi competenti di mantenere il fermo delle competizioni calcistiche finché riempire gli stadi non tornerà ad essere un’abitudine priva di rischi per la salute collettiva. Se il sistema calcio si trova in una situazione di tanta difficoltà, la colpa va attribuita alla mala gestione degli ultimi decenni. Una mala gestione che abbiamo sempre messo in evidenza con il solo ed unico fine di tutelare e salvaguardare lo sport più bello del mondo. Oggi il calcio è considerato più come ‘un’industria’ che come uno sport; dove le pay-tv tengono sotto scacco le società, alimentandole con i propri diritti televisivi, permettendo così alle società stesse di poter pagare stipendi spropositati ai calciatori e alimentando a loro volta la sete di denaro di procuratori squali, il cui unico obiettivo è quello di gonfiarsi il portafoglio. Un sistema basato solo ed esclusivamente su business ed interessi personali che se non verrà ridimensionato quanto prima porterà ad un solo e unico fine: la morte del calcio stesso.
Teniamo a sottolineare che se gli Ultras avessero una minima intenzione di lucrare su quella che è la propria passione, come abbiamo potuto leggere dai media in questi giorni, spingeremmo per una ripartenza dei campionati anziché lottare affinché questo non avvenga, andando contro tutto il sistema calcio ed a chi lavora per esso, scrivendo assurdità di ogni tipo. Tutto questo deve cambiare. Siamo pronti a confrontarci con chi di dovere per riportare il calcio ai suoi albori, per tornare a vivere la nostra più grande passione in prima persona, per far in modo che questo torni ad essere uno sport popolare”.
Hanno aderito alla protesta gli ultras di Udinese, Inter, Atalanta, Brescia, Bologna, Lecce, Genoa, Sampdoria, Juventus, Torino, Spal, Napoli in Italia di Serie A (con decine di B e Lega pro), cui vanno aggiunti quelle di Real Madrid, Valencia, Siviglia, Olympique Marsiglia, Nantes, Metz, Bayern Monaco, Kaiserslautern, Stoccarda, Liegi, Anderlecht, Stella rossa, Dinamo Bucarest, Servette, Salisburgo, Sporting Lisbona, Aek Atene e moltissime altre che si vanno allineando di giorno in giorno.
“Le pay tv tengono sotto scacco le società”.
Ho dedicato uno studio recentissimo all’evoluzione del rapporto di forze tra calcio e mass media, attraverso i diritti tv, e quanto messo nero su bianco dai gruppi ultrà europei non fa altro che ribadire quanto le esigenze dei club coincidano sempre meno con quelle degli appassionati il cui futuro appare sempre più sul divano con birra in mano e briciole di patatine ovunque e sempre meno con la sciarpa al collo a tifare sui gradoni dello stadio.